La Sardegna è ovunque famosa per il suo mare, le spiagge, le località balneari di lusso e per la sua ottima gastronomia. Forse pochi sanno però che la Sardegna detiene anche un altro interessante primato: è una delle zone del mondo dove si vive di più.
Secondo gli studi più recenti, condotti non solo in ambito italiano ma internazionale, la Sardegna avrebbe un mix di caratteristiche davvero speciali che favorirebbero la longevità delle persone. Ad oggi nell’isola si contano circa 500 soggetti centenari e il trend è in continua crescita.
Proprio per questo, gli studiosi Michel Poulain e Gianni Pes hanno deciso di includere la Sardegna nel novero delle cosiddette “zone blu”, ossia le cinque aree geografiche e demografiche in cui l’età media delle persone è notevolmente più alta.
Fanno parte della “Blue Zone” anche l’isola di Ikaria in Grecia, l’isola di Okinawa in Giappone, la Penisola di Nicoya in Costa Rica e la zona di Loma Linda in California.
Michel Poulain e Gianni Pes hanno pubblicato i risultati dei loro studi in un testo dal titolo “Experimental Gerontology”, ossia, letteralmente “Gerontologia sperimentale”.
Dall’indagine emerge come la provincia di Nuoro sia quella con il maggior numero di centenari mentre il paese di Ogliastra sia quello in cui si registra la media più alta di ultracentenari di sesso maschile, un dato sicuramente interessante rispetto al trend nazionale che vede, invece, una longevità media femminile più alta.
La CNN ha realizzato un documentario sulla longevità in Sardegna, cercando di capire e spiegare i motivi per cui su quest’isola si vive mediamente di più. Altra zona trattata dal documentario è quella del Tibet dove i monaci, grazie anche ad una vita fatta di ascetismo, meditazione e regime alimentare molto rigido, riescono a vivere meglio e più a lungo.
I motivi della maggiore longevità dei sardi
Ma quali sono i motivi che permettono ai Sardi di vivere più a lungo? Cosa fanno per allungare la loro vita e qual è il loro elisir di longevità?
A queste e a tante altre domande hanno cercato di trovare una risposta gli esperti coinvolti dalla CNN nel suo documentario che ha preso in esame aspetti diversi: dall’alimentazione al clima, dalle predisposizioni genetiche ai rapporti sociali.
Sicuramente un’alimentazione semplice e bilanciata, un contatto continuo con la natura e la presenza di legami molto solidi con il gruppo sociale sono dei fattori estremamente positivi che migliorano la qualità della vita favorendone l’allungamento.
In particolare i centenari sardi vivono a stretto contatto con la comunità di origine e non sono vittime di quel senso di abbandono e solitudine che è all’origine di molti fenomeni depressivi nelle fasce più anziane.
Ma la vera chiave del successo di questa popolazione starebbe in un componente genetico, un microbiota che potrebbe essere il vero protagonista dell’allungamento della vita: si tratta del Eubacterium limosum un elemento presente nella flora intestinale che si trova in percentuale maggiore nella popolazione sarda. Se ciò fosse confermato, i risvolti in termini di prospettive generali della vita risulterebbero straordinari.
Ovviamente alla predisposizione genetica va associato anche uno stile di vita corretto e, soprattutto, un’alimentazione bilanciata. Anche la dieta a base di ricotta e formaggio acido sarebbe un ulteriore coadiuvante nel processo di longevità dei sardi.
Infine una curiosità: nel condurre i loro studi, gli esperti si sono accorti che nelle stesse zone della sardegna dove si registra la maggiore concentrazione di centenari vi è una razze di cani che vive di più che altrove: si tratta della razza “Fonnese”, nota comunemente come “pastore sardo”. Alcuni esemplari di queste zone raggiungerebbero i 14/22 anni di età, un vero record per un cane.