La prima della due giorni, quella di ieri giovedì 2 maggio, ha visto la partecipazione dello staff del Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri che gestisce una rete informativa e di allarme, “di cui fa parte anche la nostra Rianimazione di Olbia”, spiega Franco Pala, direttore del reparto di Rianimazione dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia e organizzatore dell’evento.
“Dal momento che sempre nuove sostanze d’abuso vengono immesse sul mercato illegale, e sempre più persone ne fanno uso, lo Stato ha pensato di creare un Network in grado di mettere “in rete” i clinici, così che attraverso lo scambio di informazioni le varie strutture del territorio siano in grado di intervenire prontamente; intervento questo possibile solo se le nuove sindromi tossiche si conoscono, per questo è necessario un costante confronto tra specialisti. Molte di queste sostanze possono causare delle gravi intossicazioni che, se non prontamente riconosciute, possono produrre danni permanenti al sistema nervoso e al cuore. Alcuni di questi casi sono stati registrati anche ad Olbia in pazienti poi trattati nel nostro reparto”, ha spiegato Pala nell’aula Formazione dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia dove si sono svolte le giornate Olbiesi di Rianimazione e Terapia Intensiva organizzate dalla Asl di Olbia.
“Con questa rete di informazione e di allarme si intende anche contrastare la diffusione dell’uso di droghe, lanciare un segnale alla popolazione e star vicino alle persone che chiedono aiuto: in questi anni si sta notando un’estensione della platea dei consumatori, sia tra i giovanissimi che tra gli over 50. Soprattutto per i giovanissimi vi è un’attenzione particolare, la letteratura scientifica ha infatti dimostrato come, nell’età dello sviluppo, gli effetti della tossicità delle droghe, anche quelle ritenute più leggere, siano più evidenti, provocano infatti modifiche biochimiche a livello celebrale, con diminuzione dello sviluppo dei sistemi di controllo, degli impulsi e dell’apprendimento, che possono anche sfociare nello sviluppo di sindromi psicotiche”, ha detto Pala.
Tra i relatori si ricordano Carlo Locatelli, del Servizio di Tossicologia del Centro Antiveleni di Pavia e responsabile degli aspetti clinico-tossicologici del Centro Nazionale di informazione tossicologica; Teodora Macchia, responsabile delle sostanze stupefacenti per l’attività di ricerca e controllo dell’Istituto superiore di Sanità; Roberto Mollica, del Dipartimento delle politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Claudia Raimondo, coordinatrice degli aspetti operativi del Sistema nazionale di allerta precoce del Dipartimento delle politiche antidroga.
Sempre nella serata di ieri è stato affrontato il problema delle terapie antibiotiche, dal punto di vista clinico ma anche da quello economico. “Nel reparto di Rianimazione di Olbia si seguono dei protocolli improntati a politiche molto severe nel determinare la scelta, l’inizio e la sospensione degli antibiotici, anche con l’utilizzo di marcatori chimici dell’infezioni (Procalcitonina ematica): il risultato è positivo, con una incidenza di infezioni insorte nel nostro reparto inferiore alla media nazionale ed un buon controllo sull’insorgenza di germi multi resistenti”.
Nella giornata di oggi, 3 maggio, si è tenuto un corso per gli operatori sanitari impegnati nell’assistenza domiciliare dei pazienti affetti da SLA o con malattie neuromuscolari: “da alcuni anni funziona nell’Asl 2 un gruppo SLA che si occupa dell’assistenza dei malati e nel quale collaborano medici ed infermieri della neurologia, della rianimazione, medici di medicina generale e servizi territoriali. Domani si approfondiranno alcuni aspetti di carattere medico (ventilazione non invasiva, assistenza alla tosse) e aspetti di tipo organizzativo”, ha aggiunto Pala. “In attesa delle linee guide regionali, continuiamo a dare un’assistenza ai nostri pazienti, nella consapevolezza però che sia necessario uno impegno, soprattutto economico, maggiore al fine di migliorare l’assistenza”
Le Giornate olbiesi di Rianimazione e Terapia intensiva sono arrivate quest’anno alla loro undicesima edizione, “un momento di incontro-confronto importante e portato avanti nella convinzione che il lavoro in rete possa garantire alla nostra popolazione un ‘assistenza migliore”.
In quest’ottica il reparto utilizza una cartella elettronica che lo mette in rete con altri reparti della struttura ospedaliera, e non solo, come ad esempio l’Istituto Mario Negri di Milano: “questo controllo di qualità permette un miglioramento continuo dell’assistenza che si riflette in una diminuzione della mortalità. Un risultato che si sta mantenendo da alcuni anni, raggiunto con fatica grazie alla dedizione di tutta l’equipe del reparto ed alla collaborazione degli altri servizi ospedalieri: un reparto di Rianimazione infatti può funzionare bene solo se coadiuvato anche da tutto il resto dell’ospedale”, aggiunge Franco Pala.