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Si tratta di uno sport che ha origini antichissimi e sembrerebbe derivare dall’ “harpastum” un antico gioco praticato dai Greci e dai Romani. Per alcuni il calcio storico fiorentino sarebbe il precursore del moderno gioco del calcio anche se presenta molti tratti in comune con il rugby. Come il rugby, infatti, anche il calcio storico fiorentino è molto fisico e ammette l’uso delle mani.
L’origine del calcio storico fiorentino
Gli storici hanno trovato numerosi documenti che testimoniano la diffusione di giochi con le palle sia presso gli antichi Greci che i Romani. Il calcio storico fiorentino deriverebbe, come accennato, dall’ Harpastum uno sport molto molto praticato soprattutto dai legionari romani. Nel gioco due squadre si dovevano sfidare secondo rigide regole, scambiandosi una palle che, inizialmente, era formata con stracci o pelli di animali.
L’obiettivo era riuscire a mandare la palla nella rete avversaria, proprio come avviene oggi nel calcio. Nel periodo medievale il calcio storico fiorentino ebbe la sua consacrazione, non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa. Testimonianze scritte e pittoriche di questo gioco si trovano anche in Normandia, in Francia e in Inghilterra dove questo sport cominciò ad essere praticato a partire dal 1300. È, però, nella seconda metà del Quattrocento che il calcio storico fiorentino comincia a diventare davvero popolare tanto da essere praticato anche dai nobili più in vista dell’epoca che erano soliti indossare delle vesti molto sfarzose, le livree per l’appunto, da cui poi è derivato il nome della disciplina.
Il calcio storico ai giorni d’oggi
Secondo le fonti ufficiali, nel 1739 si disputò l’ultima gara di calcio storico fiorentino. Dopo tale data questo sport cominciò ad essere abbandonato per poi essere riscoperto nel 1900. A partire dagli anni Trenta, infatti, Firenze ha voluto riprendere l’antica pratica di questo gioco, organizzando una giornata di festa in maschera durante la quale si sfidano le quattro principali contrade cittadine.
Le regole del gioco
Date le origini antichissime di questo gioco è facile intuire come le sue regole si siano molto trasformate nel corso dei secoli. In epoca odierna al calcio in livrea partecipano, come accennato i quattro rioni storici di Firenze, ognuno contraddistinto da un colore: Bianco per il quartiere Santo Spirito, Rosso per Santa Maria Novella, Verde per San Giovanni e Azzurro per Santa Croce.
Il campo ha forma rettangolare ed è delimitato al centro da una linea divisoria. Ogni squadra è composta da 27 giocatori divisi per ruoli molto precisi. L’obiettivo è segnare un goal, detto “caccia” nella rete avversaria. Diversamente dal calcio moderno, in quello storico è consentito anche l’uso delle mani ed è ammesso un confronto corpo a corpo tra gli atleti.
Una partita dura 50 minuti e, come si può intuire, vince la squadra che riesce a segnare più “cacce”. Va tenuto a mente che un goal non finalizzato, ad esempio mandando la palla alta sopra la rete, determina un punto a favore degli avversari.
Un’ultima curiosità: la tradizione vuole che al termine della competizione, la squadra vincitrice sia premiata con una vitella di razza chianina!